martedì 17 novembre 2015

ISIS A ROMA? ORA DOVETE CONTROLLARCI TUTTI

Roma tra i prossimi obbiettvi dell' ISIS!

"Poeti molto acrobati della rivoluzione, oggi farò da me senza lezione" cantava Fabrizio De Andrè ne 'il bombarolo'. Beh parafrasando quel verso e dopo aver ascoltato centinaia di ipotesi fantasiose e cretine su come reagire agli attacchi dell' ISIS vorrei provare a ribadire un concetto semplice. Non dobbiamo aver paura dell' altro, dobbiamo imparare a gestirlo. Altrimenti faremo il gioco dei terroristi. 
  
Ho viaggiato ultimamente, per questo ho scritto poco. A New York ho visto molte cose che racconterò in prossimi post, quello che visto di pertinente al discorso è la multi razzialità vera di una grande metropoli mondiale. 
Laddove risiede la finanza mondiale, lì dove Al Queda ha messo a segno il più grave attacco terroristico del secondo dopoguerra, lì proprio lì nessuno ha paura di arabi, ebrei, mussulmani . Il motivo è molto semplice: sono tutti super controllati. Al mio ingresso nel Paese, mi sono state prese le impronte di digitali. 

In Italia e a Roma questo avviene? In questa città esistono decine e decine di garage e magazzini adibiti a moschee. Non giudico questo, solo che la sicurezza viene prima di tutto. E se tenere sotto controllo questi luoghi può aiutare le nostre forze dell' ordine ad identificare possibili terroristi, beh allora che questo venga fatto. Le moschee e i luoghi di culto non convezionali non devono esistere, oppure devono essere regolamentati e  super controllati. E' diritto della città di Roma e di tutto il nostro Paese sapere chi sono le persone più ipoteticamente a contatto con ambienti a rischio ISIS. Dove vanno quando hanno finito di pregare? con chi parlano? E' nostro diritto sapere.  

Il controllo sulle frontiere e sull' immigrazione deve sottostare alla stessa regola. Sappiamo davvero quanti immigrati vivono nella città eterna? Lo sappiamo all'incirca, grosso modo. Con esattezza, nessuno lo sa. Non sappiamo dove vivono tutti gli immigrati, dove vanno, chi frequentano. Magari riusciamo, grazie alla polizia, a tenere sotto controllo computers e informazioni scambiate con i cellulari. Ma a Parigi abbiamo visto che l'intelligence può essere facilmente aggirata. Le informazioni possono essere scambiate di persona, tra ragazzi che vivevano da tempo o frequentava Parigi. I francesi, avevano i terroristi in casa, se avessero avuto le frontiere chiuse come sosteneva Matteo Salvini, non avrebbero risolto nulla. 
Ecco il profilo di questi terroristi, ecco perché è plausibile che accada anche a Roma o in ogni parte del mondo. Ecco perché, l'unica difesa che abbiamo contro questi animali è il controllo serrato. 
Telecamere, posti di blocco, censimenti, identificazione digitale. Queste devono essere regole di base di tutti i luoghi pubblici a cominciare dai luoghi più vicini all' Islam. Purtroppo è così, la nostra privacy in pubblico, va sacrificata per un bene più grande, la sicurezza. 
Da qui, tutta la mia solidarietà anche per quei mussulmani, che pagando l'ignoranza generalizzata, si debbono sentire in dovere di dissociarsi da chi fa dell' Islam un bandiera di terrore.  Come se non essere dei kamikaze fosse una cosa così straordinaria. 

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